Ridare vita al cuore storico di Chieri
Fornisco questo contributo soprattutto come cittadino che vive quotidianamente Chieri con la propria famiglia. Sono nato e cresciuto qui e ho vissuto, in alcuni periodi, anche in contesti diversi come Lione, Helsinki e Genova. Questo mi ha permesso sia di apprezzare ciò che Chieri possiede, sia di immaginare possibili miglioramenti. Alcuni spunti vanno oltre l’urbanistica in senso stretto, ma nascono dall’esperienza concreta degli spazi. Credo che osservazioni quotidiane possono diventare base per scelte più ampie, soprattutto in luoghi che rappresentano l’identità storica della città.
Ritengo che il cuore antico della città abbia un grande potenziale inespresso e che, con alcune scelte mirate, possa rafforzare la sua identità, tornare ad essere vissuto dai residenti e risultare attrattivo anche per visitatori e famiglie provenienti dai comuni limitrofi.
In questo quadro, l’area dell’ex ASL in via della Consolata potrebbe rappresentare un punto strategico da rigenerare, per la sua posizione di cerniera tra piazza Cavour e l’asse che conduce verso San Giorgio. L’attuale presenza di un’area verde attrezzata per bambini e famiglie adiacente al fabbricato, se ampliata e ripensata in connessione con il parco di via della Consolata retrostante, potrebbe generare uno spazio pubblico riconoscibile, un vero “polmone verde” del centro, luogo di sosta e incontro, capace di riportare passaggi quotidiani e favorire anche la riattivazione di piccole attività di vicinato.
La cosiddetta “chiocciola” e il percorso verso San Giorgio costituiscono una parte affascinante della città, oggi tuttavia poco frequentata. La sua altimetria e la percezione di un’area poco vissuta ne riducono l’attrattività, pur trattandosi di uno dei luoghi più iconici e caratterizzanti di Chieri. Valorizzare progressivamente questa zona come un piccolo “borgo alto” del centro storico, adatto a ospitare eventi culturali e iniziative pubbliche compatibili, potrebbe incoraggiare la frequentazione, rafforzando il senso di appartenenza e l’identità cittadina. Alcune esperienze europee in contesti collinari dimostrano che, con una migliore accessibilità percepita, un’adeguata illuminazione scenografica e una segnaletica ben progettata, la salita può diventare parte dell’esperienza urbana e non un ostacolo.
Per rafforzare la centralità del centro storico è utile concentrare la promozione turistica e urbana attorno a landmark riconoscibili e facilmente comunicabili: via Vittorio Emanuele II, piazza Cavour, il Duomo, l’Arco monumentale e San Giorgio possono essere letti come una sequenza narrativa della città. Lungo questo percorso possono essere inseriti interventi leggeri di arredo urbano, segnaletica coordinata, punti di sosta e piccoli elementi contemporanei che dialoghino con il patrimonio storico, offrendo un’immagine dinamica e curata della città.
Coerentemente con gli obiettivi del “Progetto Centro Storico” indicati dal PRG, credo che sia fondamentale riportare vita quotidiana nel centro, non solo tutelare gli edifici. Per farlo è importante creare piccole centralità riconoscibili e facilmente raggiungibili a piedi, dove le persone abbiano motivi per fermarsi e tornare. Uno spazio pubblico curato e sicuro, soprattutto per famiglie, giovani e anziani, favorisce la frequentazione e rende il centro percepito come accogliente e vivo.
Per questo penso che intervenire su luoghi strategici come l’ex ASL, l’area verde adiacente, la chiocciola e il percorso verso San Giorgio possa contribuire a restituire al centro storico una funzione attrattiva e identitaria. Se questi spazi diventano vivi, riconoscibili e ben collegati tra loro, Chieri può tornare ad essere percepita non solo come luogo di passaggio, ma come un luogo dove vale la pena fermarsi, incontrarsi e partecipare.
Arch. Edoardo Pennazio
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